Kick-Ass

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Una delle copertine di Kick-Ass 1

Diventare un eroe, combattere il crimine, proteggere la propria città, essere in prima  linea per cambiare il mondo. Chi di noi non ha mai fatto questi pensieri, etichettandoli poi come impossibili? Ma se qualcuno non lo avesse fatto, che cosa sarebbe successo? A queste domande rispondono John Romita Jr, che inizia la sua carriera come disegnatore di copertine di alcune ristampe presso la Marvel, e Mark Millar, anche lui disegnatore prima sotto DC poi passato a Marvel. Nel 2008 danno vita alla saga di Kick-Ass, pubblicata dalla Icon Comics (casa editoriale sempre di proprieta di mamma Marvel).
La storia segue le vicende del giovane studente di New York, Dave Lizewski, che, spinto dalla sua passione per gli eroi dei fumetti e dal suo senso di giustizia, decide di diventare un supereroe della vita reale e, dopo aver indossato un costume ed essersi armato di un paio di manganelli, inizia a pattugliare le strade. La sua prima “missione” non si conclude nel migliore dei modi e Dave finisce in ospedale con molte ossa rotte, ma non si arrende e una volta guarito riprende la sua strada da supereroe. La svolta arriva quando un passante, dopo averlo ripreso mentre salvava un ragazzo da una banda di teppisti, carica il video su internet. Dave diventa presto famoso col nome di Kick-Ass e inizia la sua vera e propria carriera da eroe, ma la fama porta con sé anche molti problemi. Infatti diventa un ostacolo per gli affari criminali del boss John Genovese e l’alleanza con gli eroi metropolitani Hit-Girl e Big Daddy, molto più esperti e “risoluti” nei metodi rispetto a lui, non fa che complicare le cose. Stanco di questa situazione, l’antagonista manda suo figlio Chris per le strade a sventare crimini da lui stesso organizzati col nome di Red Mist, nella speranza di attirare Kick-Ass verso questo nuovo eroe. Il piano riesce ed è cosi che Dave si troverà difronte alla sua prima vera lotta per la sopravvivenza.

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Il Colonnello in Kick-Ass2

Nel secondo capitolo della saga vediamo che i nostri eroi pensano alla propria vita. Dave si divide tra la sua attività da studente e la lotta contro il crimine nei panni dell’ormai strafamoso Kick-Ass, mentre Hit-Girl ha più o meno appeso la maschera al chiodo e si trova a dover imparare a comportarsi come una normale dodicenne. Tuttavia, un vendicativo Chis Genovese è ancora in circolazione e si è messo in viaggio per l’Europa dell’est in cerca di mercenari per la sua squadra di supercriminali. Intanto una sera il nostro Dave scopre per caso l’esistenza della Justice Forever, un supergruppo formato da ragazzi che, sentendosi ispirati da Kick-Ass, ha deciso di combattere il crimine sotto la guida del carismatico Colonnello Stars and Stripes, e con sua grande sorpresa il nostro supereroe trova nel gruppo anche due suoi grandi amici: Marty (che ha preso l’ identità di Battle Guy) e Todd (che si fa chiamare Ass-Kicker). La vita scorre tranquilla fino al ritorno di Chris, che ora si fa chiamare “The Mother Fucker” e del suo nuovo gruppo di supercriminali tra cui spicca per la sua brutalità l’ex prigioniera sovietica Madre Russia. Stavolta le cose per Dave si fanno molto più difficili e la lotta per la giustizia porterà non pochè perdite nella sua vita.

 

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Copertina del primo numero di Kick-Ass 3

Arriviamo così all’ultimo capitolo della saga, dove vediamo Kick-Ass e i resti della Justice Forever impegnati nel cercare di far evadere Hit-Girl dalla prigione in cui è stata rinchiusa, anche se i molteplici piani non riscontrano così tanto successo. Questi non sono gli unici problemi, in quanto c’è crisi tra i membri stessi della Justice Forever, visto che uno dei suoi nuovi membri vive e mangia a sbafo nella base e organizza provini per aspiranti membri senza autorizzazione. A peggiorare ulteriormente la situazione arriva Rocco Genovese, zio di Chris e vero “padrino” della famiglia Genovese, che decide di prendere in mano personalmente gli affari riguardanti New York. Intanto in prigione Hit-Girl è seguita da uno psichiatra, che cerca di capire il motivo della sua violenza e prova persino a farla parlare con sua madre, per poi scoprire che quest’ultima è anche più fuori della figlia. Nel frattempo Dave è scoraggiato dai ripetuti fallimenti e ha iniziato ad indossare sempre di meno i panni di Kick-Ass. Durante una delle sue poche ronde conosce Valerie, infermiera che si prende cura delle sue “ferite di routine”, e inizia a frequentarla seriamente. Kick-Ass sembra essere totalmente sparito dalla mente di Dave. Ad ogni modo Il “grande capo” dei Genovese non è l’ unico ad essere entrato in azione: anche Vic Gigante, capo della ormai interamente corrotta polizia, decide che le misere mazzette che Rocco gli passa non gli bastano più e con l’ aiuto di altri sui agenti “sottopagati” forma il gruppo Skull & Bones. Seguendo la fma degli eroi metropolitani, questo gruppo si intasca i soldi di quegli spacciatori e malavitosi che finge di fermare. Rocco è stanco di tutti questi “idioti in maschera” e ordina ai suoi uomini di freddare all’istante chiunque porti una maschera. Tutti questi eventi ci porteranno verso un epico finale ricco di redenzioni – che sembravano impossibili – e personaggi che crescono e maturano e forse anche verso una vita serena per il nostro protagonista. Per concludere, Kick-Ass racchiude in sé una morale? Assolutamente si! Questo fumetto ci suggerisce che non dobbiamo mai starcene fermi e zitti, come se non vedessimo il male che abbiamo intorno, tanto è vero che sulle copertine “variant” della saga – una volta collezionate tutte – vedremo formarsi la scritta “Evil prevails when good men do nothing” (lettaralmente: il male prevale quando l’ uomo buono non fa niente). Non dobbiamo per forza vestirci con un costume per aiutare il prossimo, perché anche facendo cose normali (che molto spesso la gente etichetta come inutili tipo il lavoro che Dave sceglie di intraprendere nel finale) possono fare la differenza. Detto questo cari lettori concludo questa mia recensione della saga di Kick-Ass. Ho cercato di fare meno spoiler possibili, omettendo anche particolari che lascio a chi desidera recuperare l’opera in questione. Allo stesso tempo ho cercato di fornire un esauriente racconto per quelli che magari si sono fermati ai film o ai primi episodi. Vi lascio con la frase che è un po il mio motto: “leggete con il cuore, pensate con la mente”. A presto ad una nuova recensione.

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