L’incredibile Hulk
|Diretto da Louis Leterrier, L’incredibile Hulk è un film del 2008. E’ il secondo film che compone il Marvel Cinematic Universe.
La storia comincia con un flashback. Bruce Banner è uno scienziato che lavora ad un progetto, riguardante il siero del super soldato e l’esposizione ai raggi gamma.
Per ottenere risultati più veloci, decide di sottoporsi lui stesso all’esperimento. Tuttavia, qualcosa va storto. Elizabeth Betty Ross, la sua ragazza nonché collega di lavoro, resta ferita. E la stessa sorte accade a suo padre, il Generale Thaddeus Thunderbolt Ross.
Avendo visto ciò che Bruce è stato capace di fare, quest’ultimo gli dà la caccia. Ciò che lo scienziato nasconde nel suo sangue potrebbe essere una svolta decisiva nelle guerre e nei conflitti.
Riesce a nascondersi per cinque anni nelle favelas del Brasile. Lì conduce una vita semplice e discreta, lontana dalla vista attenta delle persone. Lavora in una fabbrica e segue lezioni di Yoga e Ju jitsu per imparare a controllare sé stesso e le sue emozioni. Ma la pace e la quiete non sono destinate a durare così a lungo.
Dopo aver accennato la trama, entriamo nel vivo di questa recensione. L’incredibile Hulk è un film che mi ha letteralmente conquistato. Mi ha riportato a quand’ero bambino e guardavo la serie animata in televisione.
In questo film Bruce Banner è un uomo alla disperata ricerca di una cura per quella che può essere definita come una “malattia”. Hulk è un grosso problema per lo scienziato, perché gli impedisce di vivere la sua vita come una persona normale.
La trasformazione nel gigante di giada è infatti legata alle forti emozioni e a fattori di stress difficili da gestire. Lo scienziato è quindi costretto a controllare le sue emozioni e le reazioni del suo corpo come il respiro per evitare che il mostro venga fuori. Nel momento in cui Hulk fa la sua apparizione, i ricordi dell’uomo si mantengono intatti ma tutto viene avvolto nella nebbia dopo le azioni devastanti del mostro. Bruce Banner non ricorda praticamente nulla di ciò che è avvenuto dopo la trasformazione.
Questa è soltanto una delle ragioni per cui il gigante di giada viene considerato come un problema da risolvere. L’altra è l’energia, la forza micidiale che può essere capace di scatenare. Hulk è una creatura che risponde all’istinto naturale della sopravvivenza, quindi si lascia sopraffare dalle sue emozioni come la paura e la rabbia. Più è forte l’emozione ed il sentimento, più è forte e devastante il mostro.
Nonostante ciò il Generale Thaddeus Thunderbolt Ross è comunque deciso a catturarlo. Il sangue dello scienziato potrebbe permettere la creazione di super soldati, di uomini dalle capacità straordinarie. E quelle capacità le metterebbero al servizio dell’esercito degli Stati Uniti d’America.
Come ho detto prima, questo film mi ricorda molto la serie animata. Qui abbiamo una creatura che viene braccata a destra e sinistra o per una ragione o per un’altra. E lei che cosa vuole? Solo di essere libera e lasciata soprattutto in santa pace. Hulk non vuole fare del male a nessuno. Non è un mostro assetato di sangue.
Questo è uno degli elementi che mi ha riportato alla mente quel cartone animato. Altri sono ovviamente gli inseguimenti e gli scontri, la cecità di chi non vuole vedere altre realtà ma soltanto la propria.
Per quanto riguarda l’antagonista, il nostro gigante di giada si trova a dover affrontare Abominio. Emil Blonsky è un soldato dalle straordinarie capacità, che viene reclutato dal nostro generale per catturare Bruce Banner. Durante la missione ha il così detto onore di conoscere il gigante di giada e da quell’incontro ne resta così affascinato da arrivare a desiderare quel potere, quella forza che lui possiede.
Ai suoi occhi Hulk è come una divinità e, dal momento che c’è un abisso fra loro, non si lascia sfuggire l’occasione di ottenere quel potere, così da essere uguale a lui o addirittura superiore. Si lascia iniettare il sangue infetto dello scienziato, che si mescola al siero del super soldato dando così vita ad Abominio, un antagonista che ho trovato molto ma molto affascinante.
Penso di aver detto tutto ciò che c’era da dire, quindi la nostra recensione termina qui. A presto miei cari Sognatori e mie care Sognatrici e ricordate: “sognare significa viaggiare e viaggiare significa vivere mille avventure“.
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