Splatterhouse
|L’ origine di Splatterhouse è da ricercare in un omonima saga “picchiaduro a scorrimento” di tre capitoli, prodotta e pubblicata dalla Namco negli anni ’80. Il gioco mostrava una notevole violenza grafica per quei tempi e proprio per questo fu pesantemente censurato in molti paesi, ma divenne presto un cult per gli amanti dei film horror poiché il gioco presentava numerose citazioni a saghe horror famose. Io però voglio parlarvi del suo più recente remake. Nel 2010 infatti la nuova Namco Bandai produce il remake del primo capitolo della saga, che io analizzerò insieme a voi seguendo 5 punti: Trama, Gameplay, Sonoro, Curiosità e Critica. Senza ulteriori indugi procediamo.
Trama: il giovane Rick sta accompagnando la sua fidanzata Jennifer dal Dr. West, famoso scienziato nel campo della “Necrobiologia”, cosi che lei possa intervistarlo per il suo giornalino scolastico. Arrivati al lugubre maniero dove vive lo scienziato, le cose precipitano: infatti, appena varcata la soglia della casa, dei mostri rapiscono la ragazza e feriscono mortalmente il ragazzo che, in seguito alla colluttazione con essi, apre accidentalmente un sarcofago dal quale cade una maschera. Ormai prossimo alla morte il nostro protagonista sente provenire dalla maschera una voce. Essa gli dice che, se la indosserà, grazie ai suoi poteri riceverà la forza necessaria per salvare l’amata. Non avendo altra scelta, Rick decide di indossarla e si trasforma in una bestia umanoide in grado di diventare sempre più forte grazie al sangue dei sui nemici.
Gameplay: il gameplay di questo remake è caratterizzato dall’enorme quantità di sangue e violenza, che il giocatore vedrà scorrere sul proprio schermo. I nemici potranno essere afferrati e lanciati in vari modi diversi e, quando la loro energia sarà sufficientemente bassa, li si potrà finire con una mossa finale molto violenta e spettacolare detta “Splatterkill”. Inoltre tramite l’eseguimento corretto di un quick time event, sarà possibile risucchiare il sangue ai nemici così da potersi curare. Il liquido scarlatto ci servirà anche per acquistare nuove Splatterkill e mosse di combattimento o per aumentare il nostro livello di salute e di “Necroenergia”. è disponibile anche una modalità potenziata di Rick, per il cui uso saranno richieste almeno 3 tacche di energia piene detta “modalità Berserker”, che ricoprirà il corpo del giovane di aculei e lame ossee e ci renderà invulnerabili per un tempo limitato.
Sonoro: il comparto sonoro del gioco rimane fedele al suo tema portante, deliziando le nostre orecchie con pezzi “Metal” di molte band famose tra le quali: “Terrorizer”, “Mastodon” e altre.
Curiosità: nel gioco sono presenti alcuni livelli in stile “finto 2d” cosi da omaggiare lo stile dei capitoli originali. Inoltre, una volta terminato il gioco, è possibile giocare alle versioni complete dei tre originali ed anche acquistare, tramite il proprio account, nuove maschere che daranno a Rick nuovi bonus così da scoprire sempre nuove abilità.
Critica: il gioco ha ricevuto critiche contrastanti, mentre il pubblico ha apprezzato il titolo. La critica specializzata non è stata gentile: al gioco sono stati fatti i complimenti per il suo uso intelligente delle violenza e per le curiosità sopra citate, ma sono state mosse numerose critiche riguardo la ripetitività dei momenti di combattimento, il level design definito “grezzo”, il possibile calo di frame in alcune parti e i caricamenti molto lunghi.
In conclusione, se siete tipi da giochi dove bisogna menare le mani e dove il sangue scorre a fiumi questo è il gioco per voi. In più grazie al grande numero di collezionabili presenti e le numerose e interessanti curiosità, Splatterhouse si merita un’occhiata. Detto questo vi do appuntamento ad una prossima recensione e come sempre vi raccomando “leggete con il cuore e pensate con la mente”. A presto cari lettori.
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