Wolf’s Rain

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Kiba, il lupo bianco protagonista di Wolf’s Rain.

<< Il Rakuen, sicuramente non esiste in nessun posto. Ai confini del mondo non c’è nulla. E per quanto si cammini non si fa che proseguire sulla stessa strada. Ma allora perché un così forte impeto mi pervade? Sento una voce che dice “Dirigiti al Rakuen”. >>

Così il lettore è introdotto nel mondo di Wolf’s Rain, manga e anime realizzato da Keiko Nobumoto e pubblicato dallo studio Bones. Riconosciuto come seinen, quest’opera è ambientata in un mondo simile al nostro dall’atmosfera steampunk, visto che allo stato di povertà e di decadenza si affiancano tecnologie avanzate e tipicamente fantascientifiche con oggetti che risalgono all’epoca medievale.
La trama ruota attorno a un tema principale: il viaggio, visto sotto molti aspetti. Nel nostro caso riguarda la speranzosa ricerca di un luogo leggendario, chiamato Rakuen. Secondo quanto viene affermato nel libro della luna (che è stato proibito dal governo stesso), soltanto i lupi possono accedere a questo luogo sacro, che a loro può garantire la pace eterna. E proprio quattro lupi sono i protagonisti di questa storia. Mossi da un antico richiamo, lasceranno uno dei pochi insediamenti umani (Freeze City, per essere precisi) dove è ancora possibile sopravvivere per mettersi in viaggio e cercare Cheza, la fanciulla del fiore frutto della scienza umana. Lei sarà la chiave che lì condurrà al Rakuen.

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Kiba e Tsume, personaggi principali di Wolf’s Rain.

Analizzando attentamente l’opera in ogni suo minimo particolare, è possibile notare quanto sia ricca di elementi che conducono il lettore al tema della vita e della morte, a cui si collega anche quello della rinascita e della sopravvivenza della specie. L’ambiente, infatti, è stato realizzato con una certa minuziosità, affinché fosse assolutamente ben percepibile lo stato di decadenza a cui questo mondo va sempre più incontro. Non è un caso se città come Freeze City diventano desolate e a poco a poco sono ricoperte dal ghiaccio, segno che suggerisce l’avvicinarsi di un ulteriore e nuova glaciazione, fenomeno naturale che causerà l’estinzione della flora e della fauna. A dare maggiore forza al mondo dei caduti, alcuni personaggi secondari (sia umani che lupi o persino altri animali) mettono a dura prova i nostri protagonisti, invitandoli più volte ad arrendersi all’evidente destino di questo mondo e di rinunciare così ai propri sogni, in questo caso alla ricerca del Rakuen. Tuttavia, questa interazione spesso provoca una sorta di rinascita dello spirito, una riscoperta di sé stessi e un’ulteriore crescita da ambedue le parti. Per citare un esempio, nel quinto episodio dell’anime (Lupi decaduti) il quartetto incontra un branco di lupi, guidato da Zali. Esattamente come Kiba, quest’ultimo era partito alla ricerca del Rakuen insieme al suo branco, ma ci ha rinunciato dopo aver visto cadere molti compagni davanti ai suoi occhi. Da quel giorno lui e i suoi seguaci vivono in questa città, lavorando al fianco degli uomini e pagando un caro prezzo per sopravvivere. L’incontro col giovane lupo bianco risveglierà in lui l’orgoglio perduto. La stessa cosa accade anche con Cher e Hubb, rispettivamente scienziata e ispettore di polizia. In passato erano felicemente sposati, ma qualcosa cambiò fra loro due e divorziarono. Intraprendendo un personale viaggio, riscopriranno sé stessi e finiranno col riconciliarsi.

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Kiba, Toboe, Tsume e Hige sono i quattro lupi che decidono di affrontare questo viaggio in cerca di Cheza e del Rakuen in Wolf’s Rain.

A questo punto sembra chiaro che il tema del viaggio non è inteso semplicemente come lo spostamento di un corpo da un luogo a un altro, ma anche come una fase di perfetta e personale introspezione a cui nessun personaggio è assolutamente immune. A proposito di personaggi, è giusto spendere qualche parola su di loro. Come è stato detto in precedenza, i protagonisti sono ben quattro lupi:

Kiba, il lupo bianco dal cuore perfettamente puro e dal forte orgoglio nei confronti della sua specie. Sembra avere un particolare feeling con la fanciulla del fiore, ma ciò resta avvolto nel mistero per ora;

Tsume, il lupo grigio dall’indole fortemente indipendente e solitaria, con un carattere al quanto scontroso ed arrogante;
Hige, il lupo marrone dall’insaziabile appetito e dalla forte curiosità, sempre in cerca di leggiadre fanciulle lupesche e di una futura compagna;
Toboe, il lupo rosso nonché mascotte del gruppo. Ha uno spiccato amore e una cieca fiducia nei confronti dell’uomo, visto che è stato allevato da un’anziana signora quando era solo un cucciolo.

A questo quartetto si aggiungeranno nel corso del viaggio Cheza, ovvero la già citata fanciulla del fiore, e Blue, il cane-lupo di Quent Yaiden, un ex-sceriffo che dà la caccia ai lupi per vendetta. A parte lui come personaggi umani abbiamo i già citati Cher Degre e Hubb Lebowski e in più tre nobili ossia Darcia III, Lady Jagara e Amona. Esattamente come è stato fatto con l’ambiente, ciascun personaggio è stato realizzato in ogni minimo dettaglio, affinché si muovesse all’interno di questa storia seguendo quelle che sono i sogni, le ideologie, curiosità, pensieri e istinti. E tutto ciò partendo dal loro passato. Nulla avviene per caso e tutto sembra collegato, come se fosse già stato scritto da qualcuno. Possiamo chiamarlo Destino, Fato ma non lo sappiamo con certezza. Si parla addirittura di una precedente vita.

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Tutti i personaggi principali di Wolf’s Rain.

Riassumendo quanto è stato detto fino ad ora, Wolf’s Rain non è un manga/anime da prendere alla leggera. Trattandosi di un seinen, prende in esame tematiche piuttosto forti e forse anche molto filosofiche e presenta qua e là messaggi ed insegnamenti sottoforma di metafore. Parlando con tutta onestà, sono riuscita solo a guardare l’anime (composto da ben 26 episodi + 4 OAV che lo concludono) mentre il manga lo devo ancora recuperare. Mi è capitato di leggere qualche scan (solo il primo capitolo per essere precisi) e posso dirvi che l’ho trovato abbastanza scorrevole, forse quanto l’anime stesso. Riguardo al disegno, vi confesso che ho apprezzato molto lo stile di questa mangaka. Mi è sembrato preciso, dinamico ma soprattutto chiaro. Ad ogni modo consiglio a tutti e soprattutto a chi ama le storie con i canidi di leggere il manga oppure di guardare l’anime, in quanto a mio modesto parere merita davvero.
La nostra recensione su Wolf’s Rain termina qui. A presto miei cari Sognatori e mie care Sognatrici e ricordate: “chi sogna, viaggia“.

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