Oliver Twist

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Una delle tante e diverse copertine di Oliver Twist.

Scritto da Charles Dickens, Oliver Twist è un romanzo inglese di carattere sociale, in quanto descrive una realtà ben diversa e soprattutto ben lontana da quella raccontata dai canoni e dalle ideologie vittoriane (così tanto cantate ed elogiate), mostrando quanto queste ultime fossero delle vere e proprie ipocrisie, le classiche parole buttate a vento senza nulla di concreto fra le mani. Tratta in particolar modo della povertà, dello sfruttamento minorile, della prostituzione e della criminalità urbana ben presente e ben radicata nella Londra dell’Ottocento.
La storia ha come protagonista Oliver Twist, un bambino rimasto praticamente orfano sin dalla nascita. Cresciuto in un orfanotrofio, viene affidato nuovamente all’ospizio dov’è nato per poi essere praticamente scacciato da lì con la scusa che lo affidano a un becchino come apprendista. Dal momento che la sua situazione non è affatto migliorata, il ragazzo decide di scappare e il suo cammino lo condurrà fino a Londra, dove vivrà una serie di avventure e disavventure da cui ne uscirà vincitore in un modo oppure in un altro e scoprirà anche qualcosa su sé stesso, sulle proprie origini.

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Una scena tratta dal film di Oliver Twist del 2005, di Roman Polanski.

Oliver Twist è un romanzo che ha riscosso così tanto successo da essere considerato come un classico della letteratura inglese (ma anche mondiale eh!) e ancora oggi viene studiato a scuola. Lo posso confermare, visto che l’ho letto quando stavo al liceo e l’ho studiato durante le lezioni di letteratura inglese.
Che cosa penso di questo romanzo? Che sia senza ombra di dubbio piuttosto attuale. Tratta tematiche che ancora oggi sono forti in quei paesi che non hanno avuto così tanta fortuna, a causa della colonizzazione, delle guerre usate come scusa per depredare le risorse di quelle terre e di tanti altri fattori e motivazioni più o meno futili nella maggior parte dei casi. Il lavoro minorile e la prostituzione sono ancora fortemente presenti in tanti paesi, sia poveri che ricchi oppure che stanno pian piano raggiungendo lo status di questi ultimi.
Mi rattrista ammetterlo ma penso che siamo ipocriti quanto il popolo inglese (borghese e ricco) del periodo vittoriano e le ragioni per pensarla in questo modo sono davvero tante, quindi non mi divulgo troppo e lascio cadere questa questione.
Ad ogni modo dal romanzo di Charles Dickens sono stati tratti alcuni film, di cui uno d’animazione conosciuto col nome di “Oliver & Company”. Sono stati messi in scena anche spettacoli teatrali con il suo racconto.
La nostra recensione termina qui. A presto miei cari Sognatori e mie care Sognatrici e ricordate: “chi sogna, viaggia.”